ITINERARIO / 1
Couturier/Stilista/Fashion designer
Couturier, nato nel 1904 a Napoli, viene a mancare a Roma nel 1972. Estroso, esuberante, fastoso. È tra i protagonisti, nel 1951, del successo della Sala Bianca di Palazzo Pitti e della nascita della moda italiana. Nel corso della sua carriera, è rimasto fedele alle regole della sartoria napoletana, fondata su valori come quelli di sapienza manuale, di qualità dei tessuti, di ricercatezza dei ricami, di preziosità delle fogge. I suoi abiti presentano alcune caratteristiche ricorrenti: vita sottile, busto accentuato, spalle rotonde, linea romantica. A metà degli anni Sessanta Schuberth comincia la sua collaborazione con la famiglia Biagiotti: per Delia disegna l’haute-couture, per Laura progetta il prêt-à-porter.
“È stato il mio maestro” ricorda Laura Biagiotti, “anche se i tempi erano così diversi, mi ha insegnato un grande amore per il mestiere e inculcato una grande dose di perfezionismo. […] Ricordo che aveva poi un accento napoletano simpatico. Lui parlava francese normalmente o anche uno pseudo tedesco, che non si capiva poi tanto bene. Secondo me era un po’ inventato. Ma questo era fantastico […]. All’inizio della sfilata, mi abbracciava, mi stringeva forte le mani e mi diceva: ‘Laura, tengo n’angoscia’”.
Abito
Non presente
Cartellino: Biagiotti Export s.r.l.
1966/67 circa
Autunno/Inverno
Miss Schuberth
48
S16/ BD3
Tessuto in crêpe cady di seta stampato a motivi grafici di ispirazione settecentesca; fodera di seta; cerniera metallica; asole metalliche.
Tessuto in crêpe cady di seta stampato a quadro, color corallo su fondo crema, texture all over. Abito doppiato con fodera in seta color crema.
Abito a trapezio corto, con scollo montante e a manica lunga. Caratterizzato da spalle leggermente accentuate e arrotondate. Il tessuto presenta un disegno all over contraddistinto da volute romboidali e grafismi rettilinei effetto ricamo, ispirato a elementi ornamentali del Settecento. Una cerniera e delle asole metalliche, posizionate al centro e sul retro dell’abito, costituiscono la chiusura del capo. La particolarità dell’abito è data dalla firma logo stampata, del maestro Schuberth, posizionata sulla spalla destra dell’abito.
Dopo una serie di verifiche e un confronto con l’Archivio Biagiotti Group, si conferma che l’abito è stato disegnato da Emilio Schuberth ma prodotto e distribuito dalla Biagiotti Export. Laura Biagiotti incontra Schuberth nei primi anni Sessanta quando aiuta sua madre Delia in Atelier. “Io ho avuto modo di lavorare con lui molti anni, almeno otto o nove” ricorda Biagiotti, “perché come ‘Biagiotti Export’, avevo con lui un accordo per una licenza dei grandi magazzini tedeschi Kaufoff”. Il tessuto dell’abito è leggermente stinto. Una riduzione della brillantezza del colore dovuta all’esposizione a fonti di calore non idonee. Per maggiori informazioni consultare l’archivio del Museo della Moda.
Archivio Biagiotti Group; CSAC di Parma
Giordani Aragno B. (a c. di) (2004). Lo spettacolo della moda: Emilio Federico Schuberth. Napoli: Fondazione Mondragone.
Lo spettacolo della moda: Emilio Federico Schuberth. Giordani Aragno B. (a c. di) (2004). Napoli: Fondazione Mondragone.
Donazione privata
Luogo: Collezione permanente del Museo della Moda
Stato: Buono
Autore: Paola Maddaluno.
Si ringrazia l’Archivio Biagiotti Group; il Centro Studi e Archivio della Comunicazione
dell’Università di Parma.
Data: 8 marzo 2022
Disegno grafico scheda: Antonio D’Amato
Marco Bernardini
Museo:
Feriali: 09.00 – 17.00
Sab/Dom: solo su prenotazione
Chiesa S.Maria delle Grazie
su richiesta
tel: +39 081 4976104
tel: +39 081 4238368
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